Se sei un rivenditore di prodotti alimentari, probabilmente ti sei posto questa domanda almeno una volta: mi conviene vendere su un marketplace dove è presente anche il produttore? Una domanda più che legittima, soprattutto se il marketplace prevede costi di sponsorizzazione e commissioni sulle vendite. In questo scenario, il rischio di cannibalizzazione è reale. Ma non sempre la risposta è un “no” secco. Dipende da diversi fattori, che vanno analizzati con metodo.
Il marketplace non è né buono né cattivo in assoluto: è un canale tra tanti. Se ci entri come semplice rivenditore in un ambiente già saturo, rischi di diventare invisibile o non sostenibile. Ma con creatività, analisi e differenziazione, puoi usarlo come trampolino di lancio o parte di una strategia omnicanale.
Capire il contesto competitivo: sei in concorrenza diretta?
Il primo passo è analizzare se il produttore sta davvero facendo concorrenza diretta o se, in qualche modo, le vostre offerte sono complementari.
- Il produttore vende gli stessi identici prodotti, stessi formati, stessi prezzi (o più bassi)? Allora sì, sei in concorrenza diretta.
- Se invece tu offri confezioni miste, box regalo, servizi aggiuntivi (es. spedizioni più rapide, packaging personalizzato, promozioni), potresti differenziarti e posizionarti in modo unico.
Fai un’analisi dei competitor presenti sulla piattaforma e guarda come si posizionano: chi ha più recensioni? Chi è visivamente più impattante? Chi ha prezzi più aggressivi? Il tuo scopo è capire dove puoi batterli – o se ha senso evitare la battaglia.
Costi fissi e variabili: fai i conti sul serio
Vendere su un marketplace comporta costi che devi mettere nero su bianco:
- Commissioni di vendita: solitamente tra il 10% e il 20%.
- Costi di sponsorizzazione: se vuoi visibilità, devi investire in campagne pubblicitarie interne (tipo “sponsorizza il tuo prodotto”).
- Costi logistici: li gestisci tu o li affidi al marketplace? (Es. modello FBA su Amazon).
- Margine netto residuo: quanto ti rimane in tasca una volta detratte tutte queste voci?
Spesso i margini si assottigliano molto. E se c’è il produttore che vende a prezzo pieno (senza passare per un intermediario come te), può permettersi di avere più margine, abbassare i prezzi, o investire di più in pubblicità.
Differenziazione o nicchia: trova la tua leva
Il rivenditore non vince sul prezzo, ma sull’esperienza. Se vendi su un marketplace affollato, trova il modo di distinguerti:
- Offri prodotti complementari del produttore che non sono presenti sul suo account.
- Cura le descrizioni prodotto, le immagini, e l’esperienza cliente in modo maniacale.
- Proponi pacchetti tematici (es. “aperitivo gourmet”, “box vegan”, “regalo di Natale”).
- Lavora su recensioni e servizio clienti, che spesso i produttori trascurano.
In alcuni casi, potresti anche proporre una collaborazione con il produttore stesso, magari offrendo una linea esclusiva o gestendo per lui alcune vendite.
Esplora i canali alternativi: non solo marketplace
Se il marketplace non ti dà margine, non è l’unico canale di vendita. Potresti considerare:
- Un e-commerce proprietario, dove controlli il pricing e il marketing.
- Canali social con vendita diretta (Instagram Shopping, Facebook Shop).
- Newsletter, campagne di affiliazione, o vendite locali (negozi pop-up, mercati, eventi).
Il marketplace può essere un trampolino di visibilità, ma non dev’essere l’unico canale. Anzi, nel medio periodo può diventare un boomerang se non ti differenzi o non riesci a sostenere i costi.
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FAQ – Vendere su un marketplace dove c’è anche il produttore conviene?
In sintesi: conviene se sono un rivenditore e c’è il produttore che vende online? Dipende da te
In conclusione, se il produttore è sullo stesso marketplace, non sei automaticamente spacciato. Ma devi analizzare bene margini, concorrenza, e soprattutto la valuta unica che conta online: la differenziazione.
Fai i conti, testa una presenza “pilota”, e monitora i risultati. Se i numeri non tornano, meglio concentrare energie su altri canali dove puoi costruire un brand forte, invece che essere solo un venditore tra tanti.
Dipende. Se il produttore vende direttamente e propone gli stessi prodotti a prezzi competitivi, può essere difficile per un rivenditore emergere. Tuttavia, con una strategia di differenziazione (es. packaging, assortimento, servizio clienti) puoi comunque trovare spazio.
Vantaggi e svantaggi
2. Quali sono i vantaggi di vendere su un marketplace?
✅ Visibilità immediata: sfrutti il traffico organico del marketplace (es. Amazon, Etsy, ecc.).
✅ Fiducia del cliente: il marketplace fa da garante, e i clienti si sentono più sicuri.
✅ Strumenti integrati: gestione ordini, pagamenti, logistica (in alcuni casi), pubblicità interna.
✅ Accesso a nuovi mercati: puoi vendere facilmente anche all’estero.
3. E quali sono gli svantaggi?
❌ Margini più bassi: tra commissioni (10-20%) e pubblicità, il guadagno si riduce.
❌ Concorrenza diretta: se il produttore è presente, può permettersi prezzi migliori.
❌ Dipendenza da algoritmi: se non sponsorizzi, difficilmente sarai visibile.
❌ Meno controllo sul cliente: il contatto resta del marketplace, non costruisci una lista clienti.
Conviene? Come posso analizzare il tutto?
Fai questi passaggi:
- Calcola i costi totali: commissioni, pubblicità, logistica, IVA, costi fissi.
- Valuta il margine netto su ogni prodotto venduto.
- Analizza la concorrenza: chi vende gli stessi prodotti? A che prezzo? Con quali vantaggi?
- Definisci il tuo valore aggiunto: perché un cliente dovrebbe comprare da te e non dal produttore?
Come posso differenziarmi dal produttore?
Offri confezioni miste o a tema (es. box stagionali).
Crea esperienze d’acquisto personalizzate.
Punta sul servizio clienti, spedizioni rapide, packaging curato.
Fai storytelling: racconta i prodotti, abbina ricette, crea contenuti.
Quali sono le alternative al vendere su un marketplace?
E-commerce proprietario (Shopify, WooCommerce, ecc.)
- Pro: pieno controllo su branding, margini più alti, fidelizzazione cliente.
- Contro: richiede investimento iniziale e lavoro su marketing e traffico.
Vendita tramite social network (Instagram, Facebook, TikTok)
- Pro: diretto contatto con la community, storytelling efficace, basso costo iniziale.
- Contro: serve costanza e strategia per crescere e convertire.
Newsletter e vendita diretta ai contatti
- Pro: canale a costo quasi zero, alta conversione se il contatto è caldo.
- Contro: serve una mailing list curata, da costruire nel tempo.
Collaborazioni con negozi fisici, gastronomie, eventi
- Pro: vendite mirate, visibilità locale, relazioni umane.
- Contro: logistica più complessa, margini condivisi.
Conviene iniziare comunque dal marketplace?
Può essere un buon punto di partenza per sondare il mercato, ma è fondamentale tenere sotto controllo i costi e la concorrenza. Se i margini sono troppo stretti o non riesci a emergere, conviene investire in altri canali più redditizi e controllabili.