Ricerche zero-click e AI Overview: minaccia o opportunità per il tuo sito?

Scritto da Emanuele Persiani

Emanuele Persiani

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Negli ultimi anni, chi lavora sul web ha notato un fenomeno sempre più evidente: gli utenti cercano, ma cliccano sempre meno. È l’era delle zero-click searches, ovvero quelle ricerche in cui Google fornisce direttamente le risposte nella pagina dei risultati, senza che l’utente debba più visitare un sito. E ora, con l’introduzione dell’AI Overview, la situazione sembra ancora più radicale.

Ma allora… ci stanno rubando il traffico?

In un certo senso, sì: se prima una keyword ben posizionata garantiva visite, ora Google mostra definizioni, snippet, mappe e persino itinerari direttamente nel box di risposta. L’utente legge, si informa, e se ne va… senza mai atterrare sul nostro sito.

Però, come ogni cambiamento digitale, anche questo porta con sé nuove opportunità. Sta a noi webmaster e content creator capire come cavalcare l’onda anziché esserne travolti.

Che cos’è una ricerca zero-click?

È una query che trova risposta direttamente nella SERP (Search Engine Results Page). Alcuni esempi:

  • Previsioni meteo
  • Risposte rapide (es. “quanti anni ha Brad Pitt”)
  • Itinerari, definizioni, conversioni, calcoli
  • Ora con AI Overview: riassunti intelligenti di contenuti complessi

Nel settore turistico, per esempio, un utente potrebbe digitare “sentiero delle cascate vicino a Trento” e ricevere direttamente un itinerario generico, un elenco e persino suggerimenti… senza dover cliccare.

Come adattare i contenuti del tuo sito

Se gestisci un sito con itinerari turistici, articoli culturali o guide locali, ecco qualche strategia per non perdere visibilità e anzi aumentare la tua autorevolezza:

1. Dai il giusto “assaggio” nei meta e negli snippet

Struttura le informazioni base (titolo, descrizione, dati essenziali) in modo che siano utili a Google per rispondere… ma incuriosiscano abbastanza da spingere al click.

Esempio: “Itinerario panoramico nel Parco delle Dolomiti. Scopri il percorso completo con mappe, tappe segrete e consigli utili.”

2. Lascia qualcosa di “prezioso” solo sul sito

Non svelare tutto. Google potrà estrarre qualche dato, ma per:

  • la traccia GPX,
  • le dritte sui punti di ristoro locali,
  • i parcheggi “furbi”,
  • i periodi migliori per andare…

…l’utente dovrà cliccare sul tuo articolo. Questo è il valore aggiunto.

3. Usa dati strutturati (schema.org) in modo strategico

Fornisci a Google quello che vuoi che mostri (e solo quello), come:

  • rating,
  • tempo medio di percorrenza,
  • livello di difficoltà,
    ma non includere info troppo approfondite che vuoi conservare per il tuo sito.

4. Invita all’azione, sempre

Una semplice frase come “Leggi l’articolo completo per scaricare la guida PDF” oppure “Vai sul sito per vedere la mappa” può fare la differenza per le tue statistiche.

Suggerimenti pratici per siti turistici

  • Crea contenuti unici, non facilmente riassumibili dall’intelligenza artificiale: racconti, esperienze personali, interviste, aneddoti locali.
  • Punta sulla geolocalizzazione e long-tail keyword specifiche (es. “cosa fare a San Vigilio con bambini in autunno”).
  • Offri risorse extra (PDF, mappe interattive, checklist) che non possano essere restituite da un motore di ricerca.

Per ulteriori informazioni è possibile compilare il form di richiesta contatto a disposizione nella sezione “contatti“.

Cambia il modo di cercare, ma non il bisogno di contenuti autentici

Google evolve, gli utenti si fanno più esigenti e “veloci”, ma i contenuti ben fatti continuano a fare la differenza. Non dobbiamo solo “giocare con l’algoritmo”, ma capire come adattarci, essere strategici e mantenere alta la qualità.

Le zero-click sono qui per restare. Ma chi crea valore reale ha sempre un posto in prima fila.


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